martedì 17 marzo 2009

INTERVENTO ALLA CONFERENZA PROGRAMMATICA DEL PARTITO DEMOCRATICO DI SANTARCANGELO

Giovedì 12 Marzo 2009 – Sala Wenders, Supercinema di Santarcangelo

Le elezioni amministrative sono imminenti

Una scadenza civica che, da sempre, i cittadini di Santarcangelo sentono con profondo interesse, con partecipazione, e che oggi più che mai va vissuta con una passione nuova.
Perché non c’è niente di rituale nelle elezioni del prossimo 6 e 7 giugno.
Innanzitutto per la portata, laddove il rinnovo delle Amministrazioni locali deve confermare e rilanciare un modello di sviluppo delle città, dove il centro-sinistra ha dato il meglio di sé.
L’efficienza nell’uso delle risorse, la collaborazione tra pubblico e privato, la laicità nelle relazioni umane ed istituzionali, la tutela e la valorizzazione del territorio, il valore dell’accoglienza, la rete di tutela sociale, gli strumenti d’avvio e di sostegno al sistema economico e, non da ultimo, il rapporto di fiducia, la credibilità nelle istituzioni, il rispetto dei ruoli.
Tutto questo, per noi, a Santarcangelo, è un punto di partenza.
Ed è questo il secondo elemento che caratterizza le prossime elezioni amministrative: non si tratta di andare ad un rinnovo di gestione, bensì all’affermazione di governi locali che sappiano contrastare una crisi nazionale che non è solo economica ma anche di valori che stanno alla base dello stile di vita individuale e della democrazia di ogni comunità.
E non pesa solamente il consenso registrato dal centro-destra.
Pesa il limite della nostra affidabilità nazionale, il rapporto spesso logorato tra elettore ed eletto, un rapporto che va costruito, e meritato, giorno per giorno.
Badate, può apparire paradossale, ma in ogni nazione, in ogni città, certo con le debite proporzioni e nei differenti contesti, si devono affrontare gli stessi problemi, le stesse mete che ha, davanti a sé, Barac Obama: usare la crisi per uscire dalla crisi.
Incentivare i consumi, e non già il consumismo, con le garanzie sociali, sostenere le imprese competitive che vorranno scommettere sulla qualità e la tutela ambientale (altroché cementificare il territorio con il bonus berlusconiano del 20%!), innovare il sistema scolastico e formativo (altroché grembiulino nero!), dare dignità alle forze di polizia e vivibilità ai quartieri (altroché ronde!), promuovere la coesione sociale (altroché classi separate per bambini immigrati!), favorire la ricerca e l’innovazione (altrochè tagli all’università!).
E tantomeno rituale è stato il percorso con il quale il nostro Partito ha definito le candidature.
Le Primarie, infatti, lungi da essere un fine, non sono nemmeno un mero strumento come qualcuno si ostina a credere.
Sono un modo di essere, di essere PD, un modo di coinvolgere i cittadini, a partire dal forum, di anticipare il confronto tra i candidati e tra i candidati e gli elettori.
A Santarcangelo si sono positivamente connotate per una larga partecipazione di cittadini e per il carattere propositivo e leale dei candidati.
Di ciò ringrazio Anita Tognacci che insieme a me ha vissuto questa esperienza assolutamente nuova, e il mio partito nella persona del suo segretario Renzo Casadei, per avermi dato questa opportunità, ovvero un modo di esporsi con consapevolezza ed orgoglio.
Ecco, con queste parole, vorrei caratterizzare, marcare il mio impegno, non solo in campagna elettorale: esporsi, consapevolezza, orgoglio.
Vorrei dare il mio contributo alla definizione di quel programma elettorale che oggi, con questa Conferenza Programmatica, iniziamo pubblicamente a delineare avviando un confronto con le altre forze politiche, con il variegato mondo dell’associazionismo sociale e culturale, con le categorie economiche e con la città in tutte le sue espressioni.
Noi, oggi, da qui, non parliamo a noi stessi, tantomeno del partito come soggetto autoreferenziale, ma parliamo alla città, nella consapevolezza che non partiamo da zero ma possiamo contare su un ottimo lavoro sviluppatosi in questi mesi nei forum tematici organizzati dal partito che hanno prodotto un documento di sintesi che mi sento di condividere e che faccio mio.
E, soprattutto, partiamo dal patrimonio di opere e servizi che, a Santarcangelo, fanno la differenza.
Per quanto mi riguarda, già lo scorso 13 dicembre, in sede di presentazione della mia candidatura alle Primarie ho avuto modo di illustrare, seppur sinteticamente in una sorta di “decalogo”, i contenuti strategici e programmatici che dovranno caratterizzare la nostra azione di governo se avremo la fiducia dei cittadini e il mandato per farlo.
Non li ripeterò, credo debbano fare parte del nostro patrimonio di elaborazione programmatica, e solo in parte li riprenderò più avanti.
Ora mi preme mettere a fuoco il contesto politico e istituzionale nel quale siamo chiamati ad agire e la metodologia di lavoro da adottare.

Il nostro orizzonte etico e politico

Il nostro programma deve porre al centro dell’azione politica la persona, con i suoi diritti e i suoi bisogni.
Da sempre sono convinto che la politica debba essere un’attività virtuosa che trova il fondamento del suo esistere nella ricerca del bene comune.
Può sembrare una affermazione banale, una frase fatta, ma in realtà è il perno su cui ruota il nostro modello di sviluppo basato, appunto, sulla cittadinanza sociale, sulla sussidiarietà delle risorse, in alternativa al modello politicamente e culturalmente della destra che affonda nell’individualismo e nella logica dei favori in luogo dei diritti.
Perché, fatemelo dire, ritengo la politica anche una categoria della speranza, di una speranza civile, sociale, di una speranza diffusa e capace di contagiare tutti, di immaginare il futuro.
Il nostro rinnovato impegno, che deve saldare la coalizione al proprio interno e rendere possibile la diretta comunicazione con la nostra comunità, si deve fondere sull’idea e sulla volontà di coniugare la politica con i valori e i principi più alti del vivere civile e solidale.

Detto questo, non possiamo fare a meno di registrare che non è un momento facile per il mondo e non è un momento facile per il nostro Paese

Quello che serve è un impegno straordinario di solidarietà.
E’ innegabile che negli ultimi tempi, a causa della crisi che sta interessando il sistema economico e finanziario mondiale, anche la vita dei cittadini e delle cittadine santarcangiolesi conosca nuove difficoltà.
Il rischio è che cresca il numero di individui che non hanno la possibilità di avere una vita dignitosa, per la mancanza di un lavoro o per la sua precarietà.
Dunque, anche nella nostra realtà (pensiamo alla sola vicenda della Buzzi Unicem) arrivano i segni concreti di una quotidianità che si fa più difficile per tutti e che comporterà per molti la necessità di riorganizzare la propria vita facendo i conti con difficoltà crescenti, anche con la perdita del posto di lavoro.
Un grande Sindaco italiano, Giorgio La Pira, Sindaco cattolico e democristiano della ricostruzione di Firenze negli anni ’50, che sosteneva la lotta contro la chiusura della fabbrica Pignone e contro il licenziamento di migliaia di operai, davanti al Papa che lo aveva sentito per capire meglio la sua posizione un po’ troppo populista ed “operaista”, rispondeva: “mi domando come possa, oggi, un disoccupato pregare”.
Per questo raccolgo l’appello pubblico lanciato dalla più grande organizzazione sindacale locale, la CGIL: mettere al centro dell’attenzione e della nostra azione i problemi del lavoro.
Certamente ognuno ha le proprie responsabilità: ci sono sfide che ci chiamano in causa in quanto parte essenziale di uno schieramento che da sempre governa la nostra città.
Ma sul tema del lavoro, della sicurezza del e sul lavoro, del contrasto alla precarietà, sono certo che sia possibile e necessario trovare le più ampie intese, perché il lavoro rappresenta la più efficace sintesi tra la dignità della persona e la ripresa del sistema legato alla produzione ed ai consumi.
Priorità assoluta a famiglie e imprese: avevo già avuto modo di evidenziare quelle che per me sono le due vere e proprie priorità.
E’ fondamentale dare fiato alle imprese e fare in modo che non si inneschino chiusure delle attività originate dal venir meno della possibilità di ricorrere al credito bancario, e questo vale ancora di più in una realtà come la nostra caratterizzata dalla presenza di piccole imprese che hanno quasi sempre livelli bassi di capitalizzazione e possono essere facilmente messe in ginocchio da atteggiamenti di improvvisa prudenza da parte delle banche.
Così come è altrettanto importante riuscire ad accompagnare le famiglie e le persone messe in difficoltà dalla necessità di fare fronte al mutuo per la casa o perché costrette a fare i conti con il dramma della perdita del posto di lavoro, a partire dai tanti giovani che oggi non hanno le condizioni economiche per decidere del loro futuro, alle donne che più spesso sopportano, oltre alle maggiori difficoltà di accesso al mercato del lavoro, le importantissime responsabilità legate alla maternità e alla cura degli altri.
Per noi, centro-sinistra, c’è un compito più “ordinario”, più caratteristico della nostra tradizionale azione, che diventa ancora più importante svolgere al meglio in un periodo di grande delicatezza come quello attuale: mi riferisco alla necessità di garantire al massimo la tenuta del nostro welfare locale, perché fare funzionare bene i servizi sociali, la sanità, l’istruzione, la formazione, e farlo in un contesto in cui le risorse per gli enti locali sono sempre meno, è un’opera ogni anno più titanica ma che dobbiamo assolutamente mantenere come prioritaria.

Quale strategia adottare: abbiamo bisogno di innovazione

Di uno sviluppo compatibile e dei diritti: per questo lo schieramento democratico, a livello locale come a livello nazionale, deve essere un “accompagnatore” credibile e rassicurante per i cittadini.
Dobbiamo essere proprio noi a Santarcangelo che pur avendo ricevuto riconoscimenti da più parti su coesione politica e dinamicità d’azione, dobbiamo dare per primi il buon esempio: innovazione vuol dire anche non fermarsi, ricercare continui spazi di miglioramento, non possiamo stare fermi!
Un tempo, non troppo lontano, ci potevamo anche permettere di vedere ciò che veniva realizzato in altre realtà innovative, introdurre qualche affinamento per “calzare” quell’idea e quella realizzazione alla nostra realtà: ora non possiamo più permetterci di copiare, magari bene, ora bisogna inventare e innovare!
Non ci sono scorciatoie miracolistiche o semplificative: occorre mettere in piedi un blocco sociale innovatore, praticando con decisione il terreno dell’innovazione amministrativa e tecnologica, senza incertezze.
Sostenere i diritti e i bisogni dei tanti cittadini, spesso rifugiati nel privato a cui anche la politica li ha confinati i quali possono, invece, costruire una rete agile, tessuta tra società e istituzioni, capace di influenzare e concorrere a definire e accompagnare l’azione di governo.
Insomma, una nuova e rinnovata coesione sociale.

Ma i temi caldi per i Comuni non si fermano alle sole riforme istituzionali

In questi ultimi anni abbiamo attraversato fasi di profondo cambiamento.
I Comuni tendono a trasformarsi sempre più da Enti che gestiscono tutto direttamente a soggetti regolatori, garanti della qualità dei servizi ai cittadini e promotori, insieme alle forze sociali e al mondo dell’impresa privata, dello sviluppo del territorio.
Si pensi, ad esempio, alle tematiche collegate al nuovo stato sociale, così come risultano parimenti importanti le politiche volte a garantire la sicurezza delle nostre città e dei nostri paesi, data la grande sensibilità dell’opinione pubblica su questo tema.
E’ di queste settimane all’attenzione dell’opinione pubblica il provvedimento governativo che legittima l’istituzione delle cosiddette “ronde”.
Come spesso succede a questo Governo, si affronta un problema vero come quella della sicurezza con un approccio demagogico e strumentale al punto di snaturare il senso vero del problema.
Per quanto ci riguarda, riteniamo che Santarcangelo goda di una sostanziale tranquillità e non abbia bisogno dei soliti agitatori che alimentano paure per poi loro stessi proporsi, come fanno anche alcuni rappresentanti locali del centro-destra, a garanti della sicurezza, offrendosi per improbabili “ronde”.
Le forze dell’ordine ci sono, la Polizia Municipale c’è: quello che, se mai, va perseguito è un maggior coordinamento tra loro.
I Carabinieri, la Polizia di Stato, la Polizia Municipale di Vallata, recentemente integrata tra i 4 Comini della Valmarecchia e aumentata di numero: queste sono le nostre “ronde”, democratiche, civili, professionali, non partitiche, non demagogiche, non private.
Va continuato e intensificato il sistema partecipato di controllo, messo in piedi in questi anni, indispensabile per affrontare con decisione fenomeni di inciviltà e di microcriminalità.
Inoltre, il Sindaco non dovrà aver timore di utilizzare tutte quelle prerogative che le norme sulla sicurezza gli conferiscono.
Infine, la qualità ambientale e la vivibilità dei nostri centri e delle nostre campagne, con i loro problemi di mobilità sostenibile, infrastrutturazione, riqualificazione e recupero urbano, sono e saranno sempre di più aspetti fondamentali di quell’indispensabile processo di risanamento e ammodernamento del nostro Paese, di cui i Comuni non possono che essere tra i protagonisti.
Per far questo, però, necessitiamo di nuove risorse, ma i nostri bilanci, dopo il consistente contributo offerto al risanamento della finanza pubblica, troppo spesso non riescono a dare risposte positive e a far fronte alle nuove esigenze.
Per questo motivo va ricordata l’urgenza di un federalismo fiscale vero, non di facciata come quello in discussione in Parlamento.
Deve essere chiaro che lo stato di difficoltà in cui versano attualmente i bilanci dei Comuni, se non affrontato con decisione, rischia di condurre le amministrazioni locali al collasso finanziario, con gravi conseguenze per la crescita e lo sviluppo complessivo dei nostri territori e del Paese.

Dopo aver accennato al ruolo degli enti locali credo che in questa sede sia il caso di soffermarsi un attimo anche sul rapporto tra amministrazione e partiti

I partiti, come altre forme organizzate della società, possono rappresentare il luogo e il mezzo con cui concretizzare valori indispensabili per un amministratore pubblico: etica civile, spirito di servizio, mettersi a disposizione degli altri, ridurre la propria dimensione privata a favore del pubblico.
La politica ha bisogno di questi percorsi ideali e formativi per selezionare amministratori che, oltre ad esprimere competenze specifiche, acquisiscano la scienza e l’arte dell’amministrare.
Per quanto mi riguarda, ritengo di aver intrapreso da tempo questa strada: a testimoniarlo la lunga militanza nel Partito e l’altrettanto lunga esperienza amministrativa, dal Comune di Santarcangelo alla Provincia di Rimini.
E proprio forte di questo che sono pienamente consapevole che quella dell’amministratore è un’esperienza che non può essere vissuta individualmente ma deve essere socializzata all’interno del Partito, mettendosi a disposizione per un confronto continuo, che nel riconoscimento delle reciproche competenze e autonomie decisionali, concorre a tenere viva la linea politica comune che, oltre al programma, deve raccogliere il consenso dei cittadini.
Va da se che un Sindaco, una volta eletto, assume una dimensione pubblica che supera i confini di parte per assumere la rappresentanza di un’intera comunità.
Tuttavia c’è un indicatore che i partiti, i cittadini, possono utilizzare: è la coerenza con gli impegni presi e, soprattutto, coi programmi annunciati.
Di qui l’importanza di questa Conferenza Programmatica.
Credo, dunque, sia fuorviante discutere sul rapporto tra amministrazione e partiti in termini di egemonia dell’uno sull’altra o viceversa.
Il vero ed unico riferimento, sia per gli amministratori che per il partito, devono essere i cittadini con i loro bisogni ai quali, in ruoli diversi, siamo chiamati a dare risposta.
E ancor meno si porrà il problema se il PD, accelerando la sua fase di costruzione, liberandosi dal gioco delle parti, imboccherà con più decisione il progetto di un reale rinnovamento.
Credo che Franceschini sia sulla strada giusta.
Per quanto mi riguarda, come ho già avuto modo di esplicitare durante le Primarie, nel caso di elezione a Sindaco non intendo assolvere ad un ruolo di mera rappresentanza.
Al contrario, ritengo che il peggior limite di un amministratore sia quello di non scegliere, e quindi di non decidere: i processi decisionali devono avere un loro inizio ed una loro fine, e mi adopererò affinchè tutti possano avere risposte certe.
Assicurerò la piena presenza, impegno, costanza nei comportamenti; aggiungo la sobrietà, termine e pratica a me cari: stile sobrio, asciutto ed essenziale.
Mi farò garante affinchè il programma di governo trovi concreta realizzazione, senza trascurare un rapporto costante e diretto coi cittadini.
Adotterò la pratica della concertazione nelle decisioni con le categorie economiche, le organizzazioni sindacali, le associazioni culturali, ricreative e del volontariato, nella consapevolezza che la concertazione non deve essere un fine da raggiungere, ma un metodo di lavoro.
Adotterò un metodo di lavoro che garantisca la massima collegialità, ma anche la velocità nelle decisioni: nella Giunta, coi Consiglieri di maggioranza, coi Partiti della coalizione, il tutto accompagnato da un forte e sincero senso di appartenenza a questa comunità e alla sua gente.

Tornando a noi, il progetto politico della costruzione di una coalizione di centro-sinistra è un impegno che ognuno deve assumersi in prima persona

Per quanto riguarda la nostra realtà, in questi anni si è perseguito l'obiettivo di rafforzare la coalizione di centro-sinistra al governo della città con grande coerenza, e ritengo vada perseguita questa strada.
Confesso che non sono particolarmente preoccupato per la stesura del definitivo programma elettorale con il quale proporsi ai cittadini per il governo della città.
Il consistente patrimonio di realizzazioni, progetti, idee, lasciate in eredità dall’amministrazione del nostro Sindaco Mauro Vannoni, che colgo l’occasione per ringraziare, e assieme a lui le sue Giunte, i consiglieri di maggioranza ed i Partiti che hanno sostenuto quelle maggioranze; l’egregio lavoro svolto dai Forum tematici promossi dal partito; il confronto che, a partire da oggi, si dovrà sviluppare con le altre forze politiche della coalizione e con la città; tutto ciò per me è una garanzia di serietà, competenza, realismo, di certezza che quello che andremo a definire interpreterà al meglio bisogni e aspirazioni della città.
Con una raccomandazione a noi, e soprattutto a me stesso: non chiudiamoci, di fronte alla crisi e alle difficoltà non chiudiamoci, esercitiamo fino in fondo il ruolo che ci compete come 3^ Comune della Provincia di Rimini, punto di riferimento politico e amministrativo dell’area nord e, presto, ben oltre coi 7 Comuni dell’Alta Valmarecchia.
Ci compete, ce lo siamo conquistati, non rinunciamoci, e quindi non chiudiamoci.

Sui programmi, permettetemi di non riprendere ogni punto del “decalogo” che ho già avuto modo di enunciare in sede di presentazione della candidatura per le Primarie.

Fanno parte del “patrimonio” politico del mio partito, e mancherei di rispetto a Voi se, ancora qui, mi dilungassi nel ripeterli; e mancherei di rispetto al mio partito se, dopo la buona relazione programmatica di Casadei, riprendessi tutti quei punti.

Solo i titoli, schematici, solo titoli che rappresentano poco più di riferimenti programmatici sui quali orientare il vero e proprio programma elettorale.

Servizi alla Persona al primo posto

Particolare attenzione alle fasce sociali più deboli, al lavoro, alla tutela della salute, alle infrastrutture e, pensando a queste ultime, il pensiero corre subito alla costruzione di un nuovo Centro Polivalente, anche per le finalità specifiche del nostro Centro Sociale Anziani ed il Centro Giovani.
In ambito sanitario, l’Ospedale “Franchini” dovrà sempre più confermarsi nel ruolo di presidio sanitario della Valmarecchia, aggiungendo altre specializzazioni.
Funzione prioritaria del Sindaco in ambito sanitario sarà l’espressione nella Conferenza Sanitaria provinciale, vero luogo di confronto e concertazione.
Non dimentichiamo che sul tema della Sanità più che su altri, si gioca la qualità della vita e la tenuta di quel welfare che oggi persino gli USA vogliono copiarci.

Servizi all’Impresa

Santarcangelo ha un suo solido tessuto produttivo, fatto di terziario, commercio.
Il salto di qualità è rappresentato dal definitivo decollo del cosiddetto “Triangolone”, un’area produttiva ecologicamente attrezzata in grado di garantire la salvaguardia dell’ambiente e proporsi come opportunità occupazionale quanto mai necessaria.

Commercio e Turismo

In ambito commerciale due gli obiettivi da perseguire: qualificazione degli insediamenti commerciali esistenti e ulteriore sviluppo del ruolo del “centro commerciale naturale”, in netta contrapposizione ai “non luoghi” come i centri commerciali artificiali.
Regione e Provincia possono rappresentare riferimenti certi e validi supporti in questa direzione, soprattutto per quanto concerne il reperimento di risorse economiche (L.R. 41).
Sul Turismo, due le possibili direzioni di marcia: una alternativa all’offerta riminese che poggi su cultura, spettacoli, eventi, escursionismo, enogastronomia; l’altra complementare alla stessa offrendo servizi integrativi al “sistema Rimini”.
In entrambi i casi è necessario aumentare la ricettività e, per parte pubblica, investire maggiori risorse: al grande impegno di Pro Loco e IAT occorre saldare una rinnovata spinta agli investimenti su luoghi e strutture turistiche.

Cultura

Se l’identità storica e socio-culturale, nonché il patrimonio di tradizioni, di artisti e di uomini di cultura vanno salvaguardati e promossi, i tempi sono maturi per riposizionare i vari Istituti e contenitori culturali pubblici anche alla luce della costituzione di Fo.Cu.S. (Fondazione Culture Santarcangelo).
Sul fronte dell’Associazione Santarcangelo dei Teatri, è assolutamente necessario pensare ad una attività annuale che rompa la logica di concentrare la quasi totalità delle risorse sul festival estivo.
Occorre ottimizzare la gestione e l’uso dei contenitori: il Festival ha oramai 40 anni di vita, produce artisti di livello nazionale ed internazionale ma non riesce a sedimentare strutture per gli spettacoli, la formazione, l’ospitalità, la grafica ed i video.

Scuola

Le strutture già esistenti e il Piano di Edilizia scolastica ci mettono in condizione di pianificare al meglio e rispondere in modo adeguato alla domanda.
Si tratta di un dettagliato studio che analizza le esigenze a breve e medio periodo in relazione all’andamento demografico: dobbiamo prevedere, per l’immediato futuro, l’ampliamento della scuola media Franchini e la costruzione di una nuova scuola elementare a San Bartolo e due materne a Canonica e a San Martino dei Mulini.

Urbanistica e governo del territorio

La prossima adozione del Piano Strutturale ci mette in condizioni di pensare ad una sua gestione equilibrata e programmata nel tempo per utilizzarne al meglio le potenzialità, che dovrà trovare concretizzazione nel POC (Piano Operativo Comunale, meglio conosciuto come “Piano del Sindaco”), la vera occasione di salto culturale: da piano prescrittivo a pianificatorio.
Le prescrizioni andranno attivate, queste sì, nelle previsioni di edificazioni a basso impatto ambientale, tecnologie per il riuso delle acque, pannelli per la produzione di energia ed ogni altra possibile tecnologia di abbattimento reale dell’impatto ambientale.
Il Piano del Sindaco sarà l’occasione concreta per riflettere sulla necessità di “raffreddare” il processo di espansione del territorio urbanizzato e di dispersione insediativa nel territorio rurale, anche in relazione ai contenuti del nuovo PTCP.
Crescita equilibrata, controllata, governata.

Lavori pubblici e viabilità

Qualità e quantità degli interventi, nel capoluogo e nelle frazioni, con i loro problemi di viabilità, mobilità sostenibile, infrastrutture, riqualificazione e recupero urbano, manutenzioni, sono aspetti fondamentali dell’azione di governo locale, a partire dalle priorità della nostra viabilità extra-urbana quali la prosecuzione della Strada di Gronda, la sistemazione del tratto comunale della Provinciale Marecchiese, il bypass della Nazionale Emilia in zona Bornaccino e la riqualificazione della stessa via Emilia nel tratto urbano.

Bilancio e gestione dei Servizi

Da una parte occorre sviluppare una maggiore capacità di intercettare, e porre a sintesi efficace, risorse provinciali, regionali, nazionali ed europee; dall’altra mantenere in costante equilibrio il livello di tassazione con quello dei servizi erogati.
Non tralasciando il tema della gestione dei servizi: l’eventuale esternalizzazione potrà avvenire solo a seguito di un’attenta verifica dei costi e delle garanzie per il Comune e per l’utente, senza garanzie precostituite per le Aziende partecipate.
Questo processo andrà accompagnato da una maggiore integrazione territoriale con gli enti locali limitrofi, con particolare riferimento ai Comuni della Valmarecchia, sia sul piano della gestione associata dei servizi che su quello della programmazione: la trasformazione della Comunità Montana in Unione dei Comuni della Valmarecchia darà impulso a questo processo.

Tra ragione e sentimento

Riflettendo su ciò che ho riportato fin qui, sugli esiti del lavoro dei Forum tematici del PD, sui diversi contributi e sui suggerimenti arrivati in queste settimane e in questa giornata, la preoccupazione di aver tralasciato qualcosa di importante mi fa rendere conto di quanto impegnativo, rigoroso e profondo sia il lavoro che ci aspetta.

Ma forse, ho pensato, non basta, e allora il pensiero è corso ai “7 messaggi al Sindaco del mio paese e a tutti gli altri”, scritti, negli anni ‘80, dal nostro illustre concittadino Tonino Guerra.
In particolare mi ha colpito l’ultimo di questi messaggi, là dove rivolgendosi al Sindaco dice:

“Caro Sindaco, è ora che tu cominci ad ascoltare le voci che sembrano inutili, bisogna che nel tuo cervello (…), pratico e attento soprattutto ai bisogni materiali, bisogna che entri il ronzio degli insetti.(…).
Quello che conta è alimentare il desiderio, tirare la nostra anima da tutte le parti come se fosse un lenzuolo dilatabile all’infinito. (…).
I grandi godimenti sono quelli che si provano succhiando dagli altri la meraviglia che esplode.
Solo così può rinascere la bella favola del nostro, e del tuo, paese.”

Tonino ci ha parlato dei suoi pensieri, delle sue divagazioni, chiamandoli “i pensieri sospesi”.

Ma anche dentro ognuno di noi ci sono i “pensieri sospesi”, ed io credo sia giunto il momento che la città si ritrovi, si entusiasmi ancora una volta.
Santarcangelo deve riprendere il “rango” che gli compete e gli appartiene in termini di elaborazione intellettuale e culturale.
Si ritrovi, Santarcangelo, in una nuova “agorà”, per elaborare i suoi “pensieri sospesi”.
E allora perché non inaugurare uno spazio di confronto e di elaborazione creativa, dove ognuno e tutti liberi da ogni sorta di vincolo di bilancio, di compatibilità finanziaria e non, di fattibilità, di appartenenza politica e altro, nella sana ed elevata anarchia intellettuale che tanto ha fatto bene alla città nel passato, dove intellettuali, creativi, semplici cittadini, possono proporre e dibattere su progetti che, chissà, magari in un futuro più o meno prossimo, potrebbero anche essere realizzati?

Dai “pensieri sospesi” ai “progetti sospesi”.

Una Santarcangelo da ridisegnare attraverso dei “progetti sospesi”, come li definisce il poeta, che un giorno possono diventare realtà grazie alla fantasia e al genio della sua gente.

Ci sono già alcuni temi sui quali, nella città, si è stabilito un certo livello di attenzione.

• Penso alla Piazza, che come dice Tonino Guerra “è il centro di tutti gli spazi che ho avuto in regalo. Ecco perché ti prego di affacciarti al balcone e guardare a lungo questo rettangolo fondamentale per la tua e le altre vite. Un punto di partenza e di arrivo, un punto di riferimento continuo che non può essere abbandonato, che deve sentire la febbre di una attenzione continua e precisa”.
Ed è quello che vorrei fare, proponendo un ripensamento a spazi ed edifici circostanti, partendo dalla scuola elementare Pascucci, assieme alla nuova biblioteca ed alla ex biblioteca.
• Penso al Parco Capuccini, che i santarcangiolesi non vivono come qualcosa di proprio, che non è nel cuore della città, direi quasi che non appartiene loro.
E pensare che è l’elemento di congiunzione fisico tra il fiume Uso e il versante del Marecchia, i due fiumi che connotano il territorio di Santarcangelo, tra la collina e la pianura, tra i percorsi dell’Uso e il Centro Storico, tra i mulini dell’Uso ed il cuore storico.
• Penso a un contenitore unico, nuovo e moderno, in grado di ospitare il teatro, il centro polivalente per anziani e giovani.
Non dobbiamo avere paura di pensare in grande, solo così saremo in grado di entusiasmare: è l’entusiasmo il miglior carburante del pensare e del fare.
• Penso a un Parco Scientifico e Tecnologico, per la competitività delle aziende e del territorio.
Sono tanti i giovani laureati del territorio, anche santarcangiolesi, che impiegano tempo, energie e risorse per acquisire conoscenze in materie scientifiche, ottengono risultati ragguardevoli ma non trovano opportunità lavorative soddisfacenti.
Perché non pensare allora ad aree dove possono trovare posto strutture per la ricerca e l’innovazione industriale, laboratori e piccole imprese ad alta intensità tecnologica.
Non sto sognando: una delle formule organizzative più ampiamente adottate e collaudate a questo scopo, sia in Italia che a livello internazionale, è quella dei Parchi Scientifici e Tecnologici.
• Penso alle nuove tecnologie di accesso alle informazioni, di telecomunicazione, di e-democracy, siano a disposizione di tutti e distribuite dappertutto.
Negli ambienti privati come nei pubblici, dai bar ai ristoranti alle fermate dell’autobus, internet come servizio di cittadinanza per tutti se vogliamo combattere il “digital divide”, cioè la sperequazione sociale nell’accesso al sapere e alla comunicazione digitale, partendo dal centro di Santarcangelo dove una serie di Hotspot potrebbero permettere a computer e telefoni cellulari di connettersi in mobilità senza cavo, il wireless veloce per cittadini e turisti che leggono l’email o guardano la propria pagina di Facebook: la connessione a internet in mobilità senza fili è una scena oramai consueta nelle grandi città europee o americane.
Nel nostro caso, la legge italiana prevede la registrazione obbligatoria degli utenti: un codice di accesso per ogni cittadino, registrabile sul sito del Comune, e si accede per strada, nei ristoranti, nei negozi, in biblioteca.

Gli spunti non mancano, sono stimolanti e contengono quel pizzico di sogno e utopia che mantengono alto e nobile il pensiero, i “progetti sospesi” appunto.
No, non sono in contraddizione con la crisi economica perché ci sono sogni che, se realizzati, diventano un antidoto alla crisi stessa e ci sono diritti sociali che, partendo da un concetto di uguaglianza, non hanno costo, ma solo riconoscimento.

Vado a concludere

Si presentano all'orizzonte nuove domande che, sia nell'economia che nel sociale, sollevano con forza i temi della qualità del territorio e dei suoi servizi da una parte e, dall'altra, dell'innovazione nella produzione dei beni e del lavoro.
C'è certamente un cambio di abitudini e di culture, c'è una rivoluzione nel modo di vivere.
Eppure noi, area di interscambio e di incontro, così come la costa con l'industria del turismo che vuole fare dell'ospitalità la risorsa in più capace di connotare la qualità del nostro sviluppo, non possiamo fare a meno dell'identità e della memoria.
Non possiamo fare a meno di una forte qualità urbana che, grazie alla ricchezza culturale e ambientale che esprime, sia in grado di attivare relazioni sociali di pregio e di alto valore umano come caratteristica propria di questa terra.
L'essere coscienti delle potenzialità positive della società locale, rivendicare ai livelli istituzionali più alti un riequilibrio dei servizi e nel contempo cogliere i pericoli di omologazione ad altri territori con la perdita di identità, ci aiuterà nelle scelte che andremo a compiere e ci guiderà nel disegnare un'adeguata strategia di governo a livello locale.
Dunque, mi sento di chiedere a tutti noi di non sottrarci a questa sfida.
Per il peso che Santarcangelo ha nella vallata e nella Provincia di Rimini, per la ricchezza sociale e civica di cui dispone, per la sua caratteristica di terra aperta abbiamo il compito di prospettare ai nostri cittadini percorsi innovativi nel modo di produrre, nel modo di organizzare i territori, nel modo di pensare, nel modo di amministrare.
Mi rendo conto che si tratta di una sfida importante e decisiva per il futuro delle nostre popolazioni, ma è proprio per questo che vale la pena di esserci, e di esserci da protagonisti.

Di questa sfida facciamone parte, tutti noi.
Io, se la città lo vorrà, ci sono e ci sarò.

Mauro Morri

lunedì 19 gennaio 2009

Il resto del carlino: Un plebiscito per Morri. Per lui due voti su tre

SANTARCANGELO

Un plebiscito per Morri. Per lui due voti su tre

Santarcangelo, sconfitta pesante per la Tognacci. L'assessore provinciale si aggiudica la vittoria sul fornte interno al Pd con oltre il 67% delle preferenze espresse dai 2257 votanti

Mauro Morri, vicitore delle primarie Pd a Santarcangelo Santarcangelo 19 gennaio 2009 - Un uomo solo al comando. Perché ha sconfitto Anita Tognacci anche laddove lei sembrava partire (almeno alla vigilia) in vantaggio. Una cavalcata trionfale quella di Mauro Morri a Santarcangelo, che ha dominato le primarie del Pd con oltre il 67% dei voti. Una percentuale alta, come molto alta è stata l’affluenza alle urne.

Code fin dal mattino ieri ai quattro seggi, specialmente in quelli del capoluogo, piazza Ganganelli (765) e la piscina comunale (665). In totale, 2257 i votanti (con 13 schede bianche e 11 nulle), ben oltre quelli pronosticati alla vigilia dalla direzione Pd di Santarcangelo, che sperava di confermare l’affluenza delle primarie nazionali per Veltroni (1700 alle urne). Al voto anche alcuni cinesi, albanesi, e ucraine.

E inaspettato è stato anche il modo in cui l’assessore provinciale ha battuto la Tognacci. Già perché l’erede di Mauro Vannoni ha ottenuto il 57% e il 59% di preferenze nei seggi del capoluogo, dove la Tognacci poteva vantare la maggior parte dei suoi sostenitori. Poi nei due seggi delle frazioni non c’è stata per storia: il 69% al Francolini (il seggio di Ciola, Canonica, San Bartolo e Montalbano), addirittura l’88% in quello di San Martino dei Mulini e Sant’Ermete, che è considerato il feudo di Morri. Un voto ‘bulgaro’ che fa di Morri qualcosa di più del candidato sindaco: visto il risultato ottenuto dal centro destra nel 2004 (29%), ieri i santarcangiolesi hanno votato molto probabilmente il loro futuro sindaco.

"Ma io sono soddisfatto, prima di tutto, della grande affluenza — attacca Morri — Adesso non ci sono più ‘partigiani’, dobbiamo lavorare tutti insieme con gli altri partiti di centro sinistra per vincere le elezioni. Ecco perché io e Anita lavoreremo insieme al programma". Ieri notte i due sfidanti, dopo aver parlato alla piccola folla (quasi un centinaio di persone) radunatasi nella sede del Pd di via Togliatti, si sono pure emozionati ed abbracciati. Buttandosi alle spalle le polemiche degli ultimi giorni.

Delusa Anita Tognacci, soprattutto "per i voti nei due seggi del capoluogo. Francamente speravo in un risultato diverso. Ma ha vinto Morri, ed evidentemente i suoi sostenitori hanno fatto un gran lavoro. In ogni caso è stata una campagna intensa, stimolante, utile. Siamo riusciti a coinvolgere tantissimi santarcangiolesi, e questo era a mio parere l’obiettivo più importante". La Tognacci continuerà a lavorare per il Pd nella campagna elettorale, "ma voglio subito chiarire che non aspiro ad alcun ruolo nella prossima giunta. Non mi interessa alcun incarico amministrativo".

Fonte: http://ilrestodelcarlino.ilsole24ore.com/rimini/2009/01/19/145259-plebiscito_morri_voti.shtml

domenica 18 gennaio 2009

Romagna, i risultati delle primarie

Elezioni primarie nel riminese per il Pd e per la coalizione del centro sinistra. La partecipazione è stata in media molto alta con circa 16mila votanti. A Riccione ha vinto Massimo Pironi con il 59,2% dei voti, a Bellaria Marcella Bondoni con il 74,7%, a Santarcangelo Mauro Morri con il 67,49%, a Poggio Berni Daniele Amati con il 54,37%, a Misano Stefano Giannini che ha battuto altri due candidati con il 39,04% e infine a Cattolica Marco Tamanti con il 51,26% dei voti.

fonte: http://tele1.iobloggo.com/archive.php?eid=2448

IL 18 GENNAIO E' ARRIVATO, FINALMENTE POSSIAMO SOSTENERE MAURO NELLA PRIMA TAPPA VERSO LA CARICA DI SINDACO A SANTARCANGELO.

1) CHI PUO' VOTARE
Possono votare alle Primarie i residenti nel Comune di Santarcangelo che abbiano compiuto il sedicesimo anno di età (nati entro il 18 gennaio 1993). Quindi anche i cittadini stranieri, se residenti a Santarcangelo.

2)QUANDO SI VOTA
I seggi resteranno aperti per tutta la giornata dalle 8 di mattina e fino alle 21.

3) DOVE SI VOTA
Il cittadino può andare a votare nel seggio che comprende la propria sezione. Troverà il proprio numero di seggio sulla tessera elettorale.

Esempi: L'elettore che vota alle Amministrative nella sezione elettorale n. 15 (riportato nela sua tessera elettorale), vota nel seggio delle Primarie di Palazzo Francolini. L'elettore che vota nella sezione elettorale n° 3 vota nel seggio delle Primarie di piazza Ganganelli.

Seggio n. 1 - Palazzo Francolini (via Andrea Costa)
Votano gli elettori delle sezioni n. 9, 10, 14 e 15 (Montalbano, Ciola - Stradone, Canonica e San Bartolo)

Seggio n. 2 - Piscina (via Falcone)
Votano gli elettori delle sezioni n. 6, 7, 8, 17, 18, e 20 (San Vito e Capoluogo)

Seggio n. 3 - Piazza Ganganelli (accanto all'edicola)
Votano gli elettori delle sezioni 1, 2, 3, 4, 5, 16 e 19 (Capoluogo e San Michele)

Seggio n. 4 - Locale ex - coop. Coplhand (Via Trasversale Marecchia, 3274 - San Martino)
Votano gli elettori delle sezioni n. 11, 12 e 13 (San Martino e Sant'Ermete)

4) COSA SERVE PER VOTARE
Per votare occorre presentarsi al seggio con un documento di identità valido e la tessera elettorale. Per i minorenni è indispensabile la carta di identità. Per i cittadini stranieri il permesso di soggiorno o un documento che provi la residenza.

5) COME SI VOTA
Identificato l'elettore, questi riceve la scheda. Il voto si esprime apponendo un unico segno nel riquadro contenente il nome del candidato prescelto.

venerdì 16 gennaio 2009

giovedì 15 gennaio 2009

Un aperitivo con Mauro!

Il nostro candidato alle primarie, inconterà i suoi amici e sostenitori sabato pomeriggio al Caffè Centrale di Santarcangelo, appuntamento alle 18.30 circa.
Non mancate!!!

lunedì 12 gennaio 2009

10 Motivi per votare Mauro Morri

-Servizi alla Persona:
Sostegno alle famiglie, nuovo centro polivalente,
affermazione e specializzazione dell’ospedale “Franchini”;

-Servizi all’Impresa:
Consolidamento e salto di qualità con il decollo del cosidetto “Triangolone”, un area produttiva ecologicamente attrezzata nel rispetto dell’ambiente;

-Commercio e Turismo:
Qualificazione degli insediamenti commerciali esistenti e ulteriore sviluppo del ruolo del “centro commerciale naturale”, mentre sul turismo due le possibili direzioni di marcia: una alternativa all’offerta riminese, l’altra complementare alla stessa offrendo servizi integrativi al “sistema Rimini”. Aumentare la ricettività con la costruzione di nuovi alberghi;

-Cultura:
Sul fronte dell’Associazione Santarcangelo dei Teatri è assolutamente necessario pensare ad una attività annuale e la consapevolezza che ci sono le condizioni per pensare alla realizzazione di una nuova struttura che ospiti un nuovo Teatro a Santarcangelo;

-Scuola:
Per l’immediato futuro, l’ampliamento della scuola media Franchini e la costruzione di una nuova scuola elementare a San Bartolo e due materne a Canonica e a San Martino dei Mulini.

-Urbanistica e governo del territorio:
La prossima adozione del Piano Strutturale ci mette in condizioni di pensare ad una sua gestione equilibrata e programmata nel tempo per utilizzarne al meglio le potenzialità;

-Lavori pubblici:
Qualità e quantità degli interventi, nel capoluogo e nelle frazioni, con i loro problemi di viabilità, mobilità sostenibile, infrastrutture, riqualificazione e recupero urbano, manutenzioni ecc …. sono e saranno sempre di più aspetti fondamentali dell’azione di governo locale;

-Bilancio:
Bisogna sviluppare una maggiore capacità di intercettare risorse provinciali, regionali, nazionali ed europee e mantenere in costante equilibrio il livello di tassazione con quello dei servizi erogati;

-Sicurezza:
Va continuato e intensificato il sistema partecipato di controllo, messo in piedi in questi anni, indispensabile per affrontare con decisione fenomeni di inciviltà e di microcriminalità.

-Valle del Marecchia:
A breve la Comunità Montana si trasformerà in Unione di Comuni. Questo processo andrà accompagnato da una maggiore integrazione territoriale con gli enti locali limitrofi, con particolare riferimento ai Comuni della Valmarecchia, sia sul piano della gestione associata dei servizi che su quello della programmazione.